Ritratti della metà in ombra

Matita su cartoncino, 24x33cm, ritratto da foto 50€, per informazioni elenamauri15@gmail.com


mostre: 

100x100 14-22 Aprile 2012 Settimana della cultura, Saronno, Museo delle industrie e del lavoro, mostra parziale dei lavori installata su una macchina dell'800 che veniva utilizzata per stampare biscotti.

 

 



camere della presenza/chambers of presence


1) Presenza: Trinidad

 

Chi sono?

 

 

Identità e identificazione,

due componenti indissolubili del nostro percepirci come esseri umani .

Il ritratto tradizionale coglie solo una parte della presenza di chi abbiamo davanti, nella mia ricerca di creare un linguaggio universale andando oltre ai filtri della percezione ho pensato di rivisitare questo tema scomponendo e smaterializzando l'identità in elementi semplici.

Trasformando in impalpabile ciò che è reale e materiale, creando nello spazio una presenza assente, quasi un fantasma.

L'immagine unisce ciò che l'occhio percepisce di un viso a simboli e segni che sono lì a rappresentare l'interiorità dell'essere umano che viene osservato.

In questo tipo di ritratto vengono rappresentati l'identità attraverso il ritratto del viso, questo elemento è la parte di noi che tutti riconoscono a colpo d'occhio e che viene giudicato e catalogato secondo parametri istintivi, definiamo istintivamente chi guardiamo bello, brutto, simpatico o meno, maschio o femmina.

L'identificazione invece, vale a dire il lavoro di una persona, la sue idee, le sue passioni, sono rappresentate da un intreccio di segni, simboli e figure che disegnano linee e labirinti scomponendo l'immagine.

La scelta di utilizzare il foglio bianco e la matita sottolinea il gioco fra gli opposti, il bianco e il nero, come la luce e l'ombra, definiscono le forme e raccontano il mondo del soggetto ritratto riducendo al minimo le interferenze generate dal colore.

 

 

L'installazione:

 

In una stanza buia troviamo il ritratto illuminato da una luce di wood.

La luce di wood rende tridimensionale il foglio bianco che si trasforma in superficie luminosa.

I segni neri sembrano quasi incisi, descrivono il mondo interiore ed evanescente di chi osserviamo.

 

Modificando la nostra percezione della luce, lo spazio prende le sfumature di una dimensione parallela, e trasforma l'osservatore in una parte dell'opera.

Entrando nella stanza anche i nostri vestiti e i nostri corpi prendono luminosità diverse da quelle presenti negli spazi esterni, la percezione del luogo e di noi stessi viene alterata dall'incontro con la presenza assente di Trinidad

 

In mezzo alla stanza una sedia bianca ci invita a fermarci ad ascoltare il luogo e a sentire noi stessi al suo interno, allo stesso tempo sottolinea un' assenza con la sua posizione e il suo sedile vuoto, quasi in attesa.

 

Per terra dei frammenti di specchio in cui possiamo rifletterci, ma solo parzialmente, perchè attraverso l'incontro con l'altro riscopriamo parti di noi.

 

La registrazione di un pezzo musicale composto appositamente per raccontare questa persona viene riprodotta a rotazione continua.

Ho scelto di introdurre la musica perchè volevo aggiungere una vibrazione quasi fisica al luogo.

I pezzi musicali sono stato composti e suonati appositamente da Angela Mancino.